la vita del nonno Luigi prima della guerra
La famiglia di mio nonno materno Luigi Restelli non era proprio d'accordo con le idee fasciste, anzi …, e mio nonno cresciuto in questo clima antifascista non perdeva occasione per mostrare la sua disapprovazione per ciò che facevano i fascisti a Saronno.
Veniva spesso ripreso e picchiato e poi consegnato ai "gendarmi" (i carabinieri) che, data la sua giovane età (16/17 anni), regolarmente avvisavano sua mamma che lo andava a prendere.
Raccontava che spesso per strada la mattina trovava dei volantini che prendeva e nascondeva per poterli poi leggere di nascosto quando andava sui cascinali ed era sicuro di non essere visto da nessuno; poi subito li bruciava. Erano i volantini degli antifascisti, era una pensiero diverso da quello che veniva divulgato dalla radio e dai giornali totalmente sotto il controllo del regime fascista.
L'ultima volta che fu catturato dai fascisti per una delle sue tante bravate non fu consegnato come le altre volte ai gendarmi ma fu portato insieme ad altri dissidenti del regime fascista a Monza, dove venivano radunate le persone per essere caricate sui treni e portate nei campi di concentramento.
Mio nonno era allora un operaio specializzato presso la ditta Parma Antonio (una ditta che tuttora costruisce casseforti) trasformata come tante altre in un'industria bellica. Il padrone sotto le insistenze di sua moglie e della mamma di mio nonno, fece salire in macchina la mia bisnonna e insieme andarono a Monza dove convinse i fascisti che lo tenevano prigioniero a rilasciarlo dicendo che svolgeva un lavoro essenziale per la produzione nella sua fabbrica e che li riteneva responsabili se non fosse riuscito a rispettare le consegne.
In quel momento mio nonno era nel cortile ad aspettare il treno, pronto per essere deportato, e rimase sorpreso quando fu chiamato per essere liberato. Tutti gli altri, coscienti della situazione in cui si trovavano, gli dicevano di salutare i genitori, le mogli, i figli, la fidanzata… e gli infilavano nelle tasche dei bigliettini di fortuna da consegnare ai loro parenti. Sapevano benissimo che non sarebbero più tornati.
Tutti sapevano che queste partenze erano senza ritorno, ma nessuno immaginava a che punto di atrocità potessero arrivare degli altri uomini. Solo quando alla fine della guerra gli alleati aprirono le porte dei campi di concentramento ci si rese conto.

Il nonno Luigi il 21 giugno 1943 (giorno del suo onomastico)
La Resistenza
MariaPaola Colombo - classe III A - esame di licenza media - anno scolastico 2006/2007
-
introduzione | storia: la seconda guerra mondiale | gli antefatti | dal 1939 al 1940 | dal 1941 al 1943 | dall'8/9/43 al 25/4/45 | la fine della guerra | i racconti dei nonni: | prima della guerra | l'8 settembre | il ritorno a casa | l'arresto e la fuga | il carro armato tedesco | il dopoguerra | i ricordi della nonna Grazia | i ricordi della nonna Regina | Italiano: la Shoah: | Anna Frank | Scarpette rosse | Geografia: la Francia: | posizione | territorio | clima | economia | città | lingua, moneta, religione | curiosità | forma di governo | lingua francese: | un sac de billes | l'homme qui te ressemble | musica: | La marseillaise | Bella Ciao! | La guerra di Piero| lingua inglese: | British Isles | American Symbols | New York | educazione artistica: | Picasso | Guernica | il ritratto di Dora Maar | educazione fisica: | Jesse Owens | scienze: | l'atomo | la bomba atomica | bibliografia | considerazioni conclusive|